21 novembre 2007
Stranieri per forza, stranieri per sempre
In occasione della giornata per l'infanzia l'inattesa dichiarazione del Presidente Napolitano ha riaperto il dibattito riguardo all'esigenza di una sostanziale riforma dell'attuale legge per ottenere la cittadinanza italiana.
L'appello di Napolitano in verità non è altro che l'ultima eco di analoghe autorevoli esortazioni rimaste pressocché inascoltate in passato. L'ex Presidente Ciampi, per esempio, già diversi anni fa criticò la vigente norma definendola anche lui "troppo restrittiva".
Purtroppo però non si tratta semplicemente di questo, dire che ci troviamo di fronte ad una legge "troppo restrittiva" non è propriamente corretto. Qui si ha a che fare con una legge profondamente ingiusta che determina da anni pesanti discriminazioni nei confronti di alcune categorie di stranieri in particolare. Diciamo che questa legge può essere definita allo stesso tempo irragionevolmente restrittiva ma anche irragionevolmente concessiva.
Pochi difatti sanno che l'Italia è obbligata a conferire la cittadinaza ai coniugi di italiani anche laddove questi non avessero mai convissuto con il proprio coniuge, oppure che in moltissimi casi possono ottenerla persino dopo la separazione legale o il divorzio, e poco importa se non hanno reddito, se svolgono attività illegali come per esempio la prostituzione o se non conoscono neanche una parola di italiano: la legge riconosce loro il "diritto" a diventare italiani.
Nello stesso tempo però a migliaia di cittadini extracomunitari che abitano regolarmente ed onestamente il nostro Paese da decenni, questo diritto è negato. Sono condannati, insieme ai loro figli nati qui in Italia, a rimanere stranieri per forza e per sempre. Sono spesso più italiani loro di molti "indigeni", ma la loro "italianità" è supportata da fatti e circostanze che la legge non permette di considerare.
Bambini
Nascono nei nostri ospedali, sono i compagni di banco dei nostri figli, parlano correntemente la nostra lingua, i nostri dialetti, spesso diventano adolescenti senza essersi mai allontanati dall'Italia... eppure dovranno aspettare di compiere 18 anni prima di poter godere del privilegio di sentirsi chiamare italiani. Ma, attenzione, dovranno richiederlo espressamente entro il diciannovesimo anno di età. Se per ignoranza o per dimenticanza non dovessero farlo... peggio per loro.
Peggio per loro anche nel caso che i genitori non si fossero preoccupati di mantenerli ininterrottamente registrati in anagrafe fin dalla nascita. In questo caso stranieri erano e stranieri restano: colpe dei padri che -per legge- ricadono sui figli.
Redditi
Comunitari ed extracomunitari che aspirano a diventare italiani devono dimostrare di poter disporre di un reddito annuo di almeno 8.300 euro a persona.
Praticamente questa soglia esclude in un sol colpo un gran numero di persone impossibilitate a documentare quel reddito per colpa di datori di lavoro senza scrupoli. Un esempio fra tutti è quello di colf e badanti: quasi tutte vengono assunte al minimo stipendiale per poi essere pagate "fuori busta" della differenza. Del resto, "se vuoi lavorare è così... altrimenti..." Peccato però che il minimo stipendiale a loro non basti.
Ma perchè non basta? E poi perchè questa soglia di 8.300 euro?
Non sarebbe più equo far riferimento all'ammontare della pensione sociale che è certamente inferiore? Se lo Stato italiano ritiene che l’ammontare della pensione sociale sia sufficiente per una vita dignitosa dei propri cittadini, non è chiaro comprendere la ratio della necessità di un reddito maggiore per poter ottenere la cittadinanza da parte di uno straniero.
Residenza
Per gli extracomunitari la legge prevede il requisito di almeno 10 anni di residenza legale in Italia. Questo però è molto diverso dal dire che bastano 10 anni per diventare italiani, vediamo perchè.
L'immigrato arriva e provvede al disbrigo delle formalità previste per il soggiorno finchè, qualche mese dopo, verrà finalmente in possesso del permesso di soggiorno che tanto desiderava. Senza di questo infatti non sarebbe neanche possibile registrarsi in anagrafe. Diciamo che nella stragrande maggioranza dei casi l'iscrizione anagrafica avviene pressapoco un anno dopo l'ingresso in Italia. Da quella data si dovranno poi calcolare i famosi 10 anni che, badate bene, dovranno essere ininterrotti. Infatti è sufficiente una cancellazione anagrafica di pochi giorni per rendere necessario ripartire da zero con il conteggio degli anni. Ma immaginiamo che tutto fili liscio fino alla fine. Immaginiamo lo straniero che puntualmente si presenta allo sportello al compimento dei 10 anni di residenza. Ormai è fatta, penserà. E invece no. Dovrà attendere almeno altri 3 anni. Questo è mediamente il tempo che occorre per definire un procedimento di acquisto della cittadinanza in Italia.
Appare quindi evidente che in Italia gli extracomunitari possono acquisire la cittadinanza dopo almeno 14 anni da quando ci hanno messo piede... purchè il reddito sia sufficiente.
Questa legge è in piedi dal 1992.
E intanto si parla tanto di favorire l'integrazione.
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8 commenti:
E' mio il primo commento!!
Spero che ti porti fortuna :)
In bocca al lupo ;)
bè auguroni per la tua nuova attività e benvenuto nel rutilante mondo del bloggers!
bella la grafica, ottimo il contenuto: sono sicuro che ti porterà lontano!
il primo link te lo metto io su "la penna che graffia", e ti aggiungo anche in feed
in bocca al lupo!
Benvenuto nel mondo dei blog! Era ora!
benvenuto! ora ti linko sul mio blog, così ti ritrovo.
ciao Nicola
Ragazzi, io sono senza parole. E vi prego di credermi che non si tratta di frasi di circostanza. Sono sinceramente sorpreso della partecipazione che ha accolto il mio ingresso "nel rutilante mondo dei bloggers":)
Oggi non so quante volte l'ho scritto, ma voglio scriverlo ancora e lo faccio con immenso piacere: GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE... uno per uno non fa male a nessuno:)
Un ringraziamento particolare va poi a chi ha voluto perfino inserire già il link del mio blog. Un gesto di estrema fiducia che, a dire il vero, quasi mi spaventa:)
Perchè in effetti mi sento davvero molto inesperto in queste nuove vesti di blogger. Devo ancora prendere dimestichezza con le funzionalità offerte dalla piattaforma.
Devo ancora inserire il blogroll e i feed, devo capire se è possibile abilitare i commenti anonimi... insomma, datemi tempo... pian piano spero di farcela!
Un abbraccio
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